Pochi ricordano che meno di un mese fa, il 23 di aprile, il mondo era sull'orlo del panico per una temuta pandemia di un virus sconosciuto che stava mietendo vittime a migliaia e che fu paragonata alla temibile "spagnola". Sempre spagnolo parlava il nuovo virus, avendo la sua origine in Messico. L'organizzazione mondiale della sanità si affrettò a porre l'allarme a livello 5 (su 6), ma quando vide che il virus era innocuo tentò di scaricare sul governo messicano le responsabilità prontamente rispedite al mittente. Altri Paesi, come Cina, Perù, Ecuador, Argentina e Cuba chiusero le frontiere e i voli con il Messico, e il redivivo Fidel castro denunciò un complotto messico-americano per aver tardato a dare l'allarme. Insomma in tempi di panico si vede il peggio dell'essere umano e dei governanti e anche questa volta non è stata da meno. Nel frattempo il Messico è in ginocchio, con 1,5 del Pil in meno, 50.000 disoccupati in più e un crollo del turismo pari al 60%. Il turismo è la terza voce delle entrate, dopo le rimesse degli emigranti ( anche queste in calo per la crisi americana) e il petrolio. Comunque, da circa 10 giorni non si registrano vittime in Messico, ma questo non lo leggerete sui nostri quotidiani, quindi continuo a riportare i bollettini ufficiali della Secrateria de salud de Mexico:
Casos acumulados hasta las 08:40 hrs. del día 15 de mayo del 2009.
Fuente: Secretaría de Salud.
La notizia positiva di oggi è la visita a Città del Messico dell'alcalde di Madrid Alberto Ruiz Gallardon, che con la sua presenza ha voluto dimostrare ai suoi concittadini che non c'è alcun pericolo a che viaggiare in Messico non solo è possibile ma dopo quello che ha passato è anche un concreto atto di solidarietà. Forse anche qualche nostro governante potrebbe fare altrettanto. Nel frattempo tutti hanno riaperto le frontiere e i voli meno uno. Indovinate chi? Ma certo, è il paese di adozione di Gianni Minà, la patria della libertà che non permette a Yoani Sanchez di andare a Torino a presentare il suo libro. Proprio lei, la Cuba di Fidel.
Alla prossima.